A cura di Claudio Gasparini
Per la prima volta a Verona al Cinema Teatro San Massimo la ‘Compagnia del Cigno’ ha portato in scena lo spettacolo teatrale ‘Achab’ ispirato a Moby Dick. Nel 2017 al festival nazionale di teatro e disabilità ‘Lì sei vero’ a Monza vinse il premio come miglior spettacolo “per il coraggio scenico, il linguaggio contemporaneo, per l’efficacia e la precisione di esecuzione”, migliore attrice, Federica Nassi, “per la consapevolezza della sua potenza espressiva” e migliore attore, Denis Dissegna, “per l’intensità della sua interpretazione”. Federica è tra le 15 candidate al prestigioso premio della ‘Donna dell’Anno’ attribuito dal giornale la Repubblica. La Compagnia del Cigno nasce dalla collaborazione con Ullalà Teatro e l’Associazione Din Don Down ed è diventata quest’anno, grazie ad un progetto finanziato dalla Fondazione Cariverona, la prima compagnia veneta di teatro stabile integrata con attori professionisti con disabilità, sviluppatasi nell’ambito del Distretto 1 Bassano – ULSS 7 Pedemontana. Il progetto ha così dato lavoro ai giovani con disabilità, mettendoli a stretto contatto con altri giovani professionisti, promuovendo integrazione e lavoro e coniugando il grande valore terapeutico del teatro, valorizzazione delle capacità individuali, socializzazione, espressione di sé, con i benefici di un’attività professionale, crescente autonomia, autodefinizione dell’identità, ruolo attivo nella società. Il felice risultato è stato raggiunto da’ Ullalà Teatro’, ‘Conca d’Oro onlus’ e dall’associazione ‘Vulcano’.La data veronese di ‘Achab’ è promossa da ‘Abbracci’, progetto che fonda le proprie radici nel rafforzamento di comunità, nella sua attivazione, relazione e protagonismo attraverso la rivitalizzazione di spazi che diverranno luoghi d’incontro, di scambio e di cura. Sempre grazie al contributo di Cariverona, ‘Abbracci’ si sviluppa a San Martino Buon Albergo, Santa Lucia, San Massimo e Dossobuono e si rivolge principalmente a minori, anziani, persone con disabilità lievi e alle loro famiglie, che trovano risposta alle loro esigenze attraverso gli interventi ideati. L’obiettivo è coinvolgere persone del territorio per attivarsi in scambi intergenerazionali che promuovano una comunità attiva. Gli undici attori compreso il regista Pippo Gentile con i contributi video di Alberto Gottardi e sonori di Manuel Mocellin hanno messo in scena un lavoro teatrale di grande impatto facendo immergere nelle acque del mare anche il pubblico veronese per andare in profondità come diceva Melville, autore del capolavoro Moby Dick, “qualunque pesce sa nuotare vicino alla superficie, ma ci vuole una grossa balena per scendere 8.000 metri e più giù”. Spiega il regista: «La nostra poetica sta sul piano fisico, performativo più che narrativo. Il nostro obiettivo non è trasmettere ideali o messaggi particolari ma emozionare le persone». Interessante la metafora del telo di materiale plastico che copre gli attori nel finale: «l’idea è la nave che affonda, dell’equipaggio che inseguendo questa ossessione alla fine soccombe alla forza della natura e viene coperto dal mare che pulisce tutte le ossessioni e la mania di raggiungere questa balena”. Originale e di forte impatto emotivo l’idea di spogliare gli artisti “una scelta stilistica, poetica mossi dall’idea di far percepire il fatto che l’equipaggio della baleniera arriva ad essere annullato, arriva all’essenziale rappresentato dalla forma del nudo. È uno spogliarsi di tutto».